API E MIELE PREZIOSI GIA’ NELL’ANTICO EGITTO

(Lia Savarino)

Secondo la leggenda, l’ape, simbolo del Basso Egitto, nacque dalle lacrime di Ra, il dio sole :
“Il dio Ra pianse, e le lacrime dai suoi occhi caddero a terra e si trasformarono in un’ape. L’ape fece il suo nido d’ape e si diede da fare con i fiori di ogni pianta e così fu fatta la cera e anche il miele dalle lacrime di Ra.”

Fin dagli albori della civiltà egizia, l’ape venne addomesticata per la produzione del miele, impiegato come alimento.

Nel corso del Medio Regno questo cibo delicato, che durante l’Antico Regno era considerato un privilegio della mensa reale, si diffuse anche tra il popolo. Sebbene sulle pareti delle tombe egizie siano state ritrovate poche rappresentazioni relative all’allevamento delle api, i geroglifici contengono numerosi riferimenti al miele che attestano l’importanza della apicoltura nella vita quotidiana degli antichi egizi. Scene di apicoltura sono presenti sui bassorilievi della tomba di Niuserra e la raccolta del miele viene accuratamente descritta sulle pareti della tomba di Pabasa.

Considerato un cibo di lusso, il miele, rappresentava uno degli alimenti preferiti dei faraoni delle dinastie più antiche, prima che il suo uso si diffondesse durante il Medio Regno. Molti dignitari possedevano numerose arnie nel proprio giardino e avevano al loro servizio apicoltori qualificati.

Gli scavi hanno consentito di scoprire documenti in cui venivano registrati le quantità di miele consegnati mensilmente ai funzionari.

Oltre a costituire un ingrediente basilare nella preparazione di molti dolciumi, il miele veniva impiegato in numerose preparazioni medicinali, nell’elaborazione di cosmetici, maschere emollienti per la pelle (era noto che favorisse la cauterizzazione delle piaghe) e creme e unguenti. Il miele era anche considerato un eccellente calmante e un sonnifero naturale ed era inoltre utilizzato durante le cerimonie religiose, infatti, associato al latte, simbolo lunare, il miele, simbolo solare, era un cibo sacro ritenuto fonte di energia divina.

La cera d’api veniva utilizzata come adesivo e sostanza collante, era materiale artistico, impiegata per la colata del metallo (vedi anche la recente scoperta durante il lavoro di restauro alla barba della maschera di Tutankhamon, dove, al suo interno, è stata ritrovata della cera d’api lasciata proprio dagli artisti egiziani).

Nei giardini in cui venivano allevate delle api, le arnie erano costituite da giare cilindriche di terracotta disposte orizzontalmente le une sulle altre, in modo da formare un apiario. Nelle giare venivano collocati i favi in cui le api producevano il miele.
In autunno gli apicoltori raccoglievano la preziosa sostanza. Prima di procedere alla raccolta, affumicavano le giare e bruciavano della paglia per intorpidire le api ed evitare di essere punti. Quindi, ritiravano il prezioso liquido che separavano dalla cera mediante pressatura e poi lo trapassavano in grandi anfore sferiche.

Non si conoscono i vari tipi di miele che gli egizi erano soliti produrre, ma si suppone che il miele d’acacia fosse una delle varietà più apprezzate.

Il faraone re dell’Alto e del Basso Egitto era soprannominato “principe ape” poiché l’ape, simbolo solare, rappresentava il principio della regalità.
Anche i sacerdoti erano soprannominati “le api”, in quanto manifestazioni terrene di Ra.

 

Lia Savarino

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